Altra fase maniacale.

giovedì 14 maggio 2009

Adesso però è diverso. Me la sono vissuta dal di fuori, sia perchè per la maggior parte del tempo non c'ero, sia forse proprio per via della laurea presa: ho meno scheletri nell'armadio.

La paura, certo, c'è sempre. Lo schifo pure. L'ansia, il timore per chi invece era rimasto a casa, che succedesse la solita cosa irreparabile che temo ogni volta.
Ma dentro di me sono riuscita a vivermela in maniera diversa, sono riuscita anche a non pensarci, per delle ore, quesi sicuramente grazie alla distanza.
Mi piacerebbe che tutti i tasselli andassero a posto, e che questo servisse a far star bene mia madre, ma sono quasi sicura che anche se tutto si sistemasse, non ci fossero più ansie per il futuro, le crisi maniacali continuerebbero, perchè c'è il passato, sempre presente e che non si riesce a cacciare via, che ormai ha fatto troppo danno ed è irreparabile. Il passato a cui mia madre è così morbosamente attaccata e a cui si aggrappa per dare sfogo a tutto quello che ha di marcio dentro.
Non voglio che dentro di me marcisca niente.
Ma mi sento talmente dura e tradita a volte...

7 commenti:

Giorgio ha detto...

Oggi ho finalmente scoperto di non essere solo. Questo blog mi ha quasi sconvolto perchè ho riletto le stesse sensazioni che si provano in questi casi. Sarebbe lungo spiegare tutta la storia ma la scoperta di questo male l'ho fatta io su mio padre quasi percaso dopo aver studiato psichiatria in quanto studente di medicina. Oggi mio padre ha iniziato a parlare di più del solito, segno che l'attacco è in arrivo. Come succede con tua madre, puntualmente all'inizio dell'estate e dopo le vancanze di natale la bestia torna a bussare e io ricasco giù nella mia tristezza e la mia laura in medicina si allontana sempre di più. Sono quasi sollevato a pensare che non sono solo e tante altre persone come te lottano e tengono duro.

Iperico Articolato ha detto...

Ciao AMunia,
mia madre è in fase maniacale da ormai quasi un anno, con due picchi di cui l ultimo l ha spedita dritta in ospedale via TSO. Dopo aver strappato per l ennesima volta quel poco che mi rimane di vita (soprattutto sociale) ho deciso che la mia vita deve valere di più. Non mi posso ormai più permettere alcuni scrupoli che prima mi facevo e che mi ponevano ai margini di una vita degna di tale nome. Quindi, dopo l importante passo di iniziare un percorso con un psicologo, ho capito che se volgio dare una mano a mia madre non posso più "complice" involontario di ogni suo comportamento, ma la situazione va stabilizzata con polso fremo. Quindi ora mia madre sa (seppur riconosco che il "sapere" in questo caso è relativo trattandosi di una malattia che altera molte percezioni del proprio stato e degli altri, ma tant'è) che al prossimo picco, specialmente dovuto al suo rifiuto di curarsi, vorrà automaticamente dire divieto assoluto e coatto di usare l automobile (il che la terrorizza), a cui seguiranno via via restrizioni maggiori. E' l unica via ormai

Amunia ha detto...

@ Giorgio: questo blog è qui per questo :) ed è normale sentirsi sollevati a pensare che non si è soli a cercare di sopravvivere a una tale situazione. Posso solo dirti di non mollare, mai, anche prendendo esempio da chi scrive su questo blog e commenta, perchè combattiamo tutti una battaglia, ma possiamo essere più forti di quanto crediamo.

@ iperico: mi dispiace che tua madre sia arrivata al punto di dover ricorrere al ricovero forzato, però forse vuol dire che la malattia ha raggiunto il suo picco, e secondo alcuni psicanalisti dopo l'intensità delle crisi potrebbe diminuire. Io te lo auguro sinceramente. Concordo in pieno sul fatto che devi prendere in mano la tua vita, e se per fare questo devi prendere in mano la sua, ben venga, con tutti i conflitti che ne verranno. Io non l'ho ancora avuta questa forza, e non so se l'avrò mai. C'è da dire che le fasi maniacali di mia madre non durano molto, si e no un paio di settimane, anche se in alcuni periodi sono molto frequenti. Torna alla vita e cerca di non abbatterti mai, la terapia può essere molto utile, ma per esperienza so che si passano dei periodi in cui si escono cose davvero profonde e dolorose che sembra far più male che bene. Sta solo a te riuscire a superarli.

Anonimo ha detto...

abito a roma studio e lavoro..mia madre è venuta a trovarmi per qualke giorno ma nn ha fatto altro ke mettermi nei guai e farmi disperare.Non so kosa fare...nessuno a parte me nella famiglia se ne okkupa piu e io lo faccio kome meglio posso.ma evidentemente nn solo nn aiuto lei ma rovino me stessa.Lei soffre da quasi 30 anni di questo male..ha rovinato un intera famiglia.purtoppo ho serie diffikolta ad accettare ke è malata e tante volte nn prendo le sue parole e i suoi komportamenti kome da persona malata e le do il kredito ke si da a una madre.ed è li ke punto e a kapo nn fa altro ke usarmi maltrattarmi senza rendersene minimamente konto.leggo i vostri kommenti e vorrei stare qui a konfrontarmi kn voi.la mia grande paura analizzando la mia vita e il mio passato è ke anke io soffra di questo tremendo male.nella mia vita ho dovuto affrontare molte diffikolta' tutte forse dovute alla malattia d mia madre.nn so kosa fare,mio padre e mio fratello nn kredono o meglio sn konvinti ke io stia bene...e allora me ne konvinko anke io.ma sento di aver bisogno d aiuto e purtoppo il fattore ekonomiko nn mi permette d rivolgermi a uno specialista.Il mese di settembre è stato davvero difficile,ma a questo punto kredo ke lo saranno anke quelli a seguire perke kontinuo a ingigantire tutto..divento terribile anke kn il mio ragazzo,una persona ke amo moltissimo me kredo ke la mia vita kosi komplikata mi portera' a stare sola per nn permettere a nessun altro di soffrire stando akkanto a me.

Iperico Articolato ha detto...

Ciao...anonima di Roma...
sai, per me sentire il bisogno di un aiuto è già un buon sintomo. Perchè il punto forse è che la malattia di nostra madre (o padre) spesso mortifica i nostri bisogni, in virtù dei loro, che ahimè non sono concreti ma sono un susseguirsi infinito di necessità, bisogni, manie da cui sembra dipendere,ai loro occhi, la loro stessa vita. Non devi per forza sborsare soldi per un aiuto, le ASL mettono a disposizione psicologi che penso possano darti una mano (ho sottinteso che sia questo l aiuto di cui hai bisogno, essendo stato un bisogno che finalmente sono riuscito ad assecondare). Io pure ho le tue stesse paure: ingigantisco ogni problema, sono convinto di non aver niente di buono da dare agli altri cosicchè tendo a chiudermi, perchè i miei pensieri sono continuamente assorbiti dai problemi di mia madre. Ma mi rendo conto che io non sono capace di guarire mia madre, fanno fatica pure i dottori. Io devo però guarire la mia vita, non so bene come, ma questo è il bisogno.
Cmq non c'è una soluzione unica, penso che ognuno di noi abbia delle strade da poter percorrere ed altre no, puoi sempre informarti sugli aiuti che ci sono a disposizione e decidere quando sarai convinta. Sta di fatto che se non unica, la strada cmq c'è.Ciao
P.S.Posso chiederti se tua madre è seguita?

Amunia ha detto...

@anonima da Roma, vorrei dirti che il tuo ragazzo, quello attuale o il prossimo, dovrebbe avere coscienza del problema di tua madre e sapere che potrebbe capitare anche a te di avere delle crisi, anche se solo depressive. La persona che ti sta accanto deve essere in grado di gestire ed accettare la situazione: o prende tutto il pacchetto o niente, ma non precluderti la possibilità di avere una bella storia e magari di non andare mai in crisi maniacale.
Purtroppo so bene che è difficile passare sopra le parole e le cattiverie, ma il fatto che tua madre sia malata devi accettarlo. E stare attenta, come ti suggerisce Iperico, ai tuoi bisogni. Io, complice il fatto di essermi appena lasciata con il mio compagno che fra l'altro mi aveva sempre sostenuta, mi sento come un piccolo sgabuzzino dove le persone a cui voglio bene possono mettere tutto quello che vogliono. Mi sto annullando, e non va affatto bene. Intanto cerco di superare, questa volta da sola, ancora più sola, l'ennesima crisi di mia madre. Ma è questa la situazione, e c'è sempre uno in famiglia che finisce più sacrificato degli altri, probabilmente è anche il più sensibile, probabilmente è quello che vuole più bene degli altri, o semplicemente quello che riesce a dare di più...se sei tu, accettalo: renditi conto che non puoi abbandonare anche tu tua madre...e intanto cerca aiuto.

Anonimo ha detto...

Accettare di sacrificarsi ad ogni costo mi dispiace ma non lo concepisco. Ognuno si sente di fare quello che reputa più giusto o seguire l'unica alternativa che vede. Io dopo anni scelgo di vivere.
Mia madre è 1 mese e più che non si fa sentire e devo dire che non ne sento la mancanza.
Questo fatto, comunque anomalo, rafforza però di più, l'inutilità delle sue costanti telefonate al giorno che mi faceva, 3,4,5 volte, telefonate lunghe e asfissianti. In cui non cercava comunque un contraddittorio ma uno sfogo, in barba ai miei impegni e al mio tempo.
Ora non sarà più così. Mi facevo un sacco di problemi, ancora ho paura delle sue reazioni. Ma mi rendo conto che comunque lei è così e non vale la pena stare male in 2.
Quindi sarò rigida. Se vorrà chiamarmi, che lo faccia venendo in pace, senò nulla sarà più tollerato. 1 telefonata al giorno è più che sufficente per sentire un parente. Non è obbligatorio essere reperibili, mai lo è stato. Il cellulare quando sto lavorando rimane e rimarrà spento. Non posso più permettermi di avere problemi al lavoro. Quando arrivo a casa c'è il fisso, chi vuole mi trova li. Pretese, telefonate recriminatorie, offese, colpevolizzazioni non saranno più tollerate, ma nemmeno ascoltate. saranno troncate sul nascere. E sapete perchè? Perchè così mi salverò. E se mia madre si incazzerà, poco mi cambierà, lo faceva comunque. Anche quando davo molto. Quindi... si cambia registro.