Dopo la tempesta non è ancora sereno

mercoledì 16 gennaio 2008

La crisi maniacale di mia madre è quasi passata (sta virando, dice un mio amico, futuro psicologo).
Adesso di rabbia in lei ce n’è abbastanza poca, ma non riesce a sentirsi non infelice, non distrutta dalla vita. Non riesce a dormire la notte e un sacco di cose da mangiare le danno un brutto sapore in bocca a causa di un effetto collaterale del litio. Fra due giorni andrà dallo psichiatra, speriamo che le cambi la cura.
Intanto io vado sempre più giù, sto prendendo un ansiolitico, perché ho sempre mal di pancia per i nervi, mi sento sempre molto triste e anche sorridere alla gente che incontro diventa difficile. Vorrei superare questo momento, ma è terribilmente faticoso. Oltretutto devo studiare, ma la malattia di mia madre mi toglie le forze…se solo cambiasse qualcosa.

Primo post, primo passo. Mi presento.

domenica 6 gennaio 2008

La mia idea è di creare uno scambio di informazioni, una rete di consulenza che abbia poco di clinico.
Gli psicoterapeuti sanno bene da qualche anno di cosa si parla quando si parla di disturbo bipolare, sanno (forse) cosa aspettarsi, come curare (o come tentare di curare) il disturbo.
E’ da quando a mia madre è venutoil sospetto di essere bipolare che giro per il web per capire di cosa si tratta. E’ passato circa un anno, mia madre da allora ha avuto due crisi maniacali, e nel mezzo si curava un po’ come le parva più giusto, stava quasi bene comunque. L’ultima è passata appena due giorni fa e siamo ancora tutti molto provati, lei compresa.
Io qui non vorrei parlare, dicevo, del disturbo bipolare, voglio che si parli di noi figli, di quello che proviamo, di quello che cerchiamo di fare, di quello che temiamo, della nostra paura di diventare bipolari a nostra volta, perché tutti badano al malato, ma a chi gli vive accanto nessuno si rivolge.
Io ho 26 anni, vivo in un piccolo paese in sud Italia, e preferisco mantenere l'anonimato. Mi chiamerò Amunia Bastarda, che mi suona come una pianta medicinale, e mi piace.
Sto finendo l’università e lavoro in un negozio. Ho una sorella, un padre obbittivamente debole interiormente sul quale si riversa quasi tutta la rabbia di mia madre (bipolare) quando è nelle fasi maniacali. Mia madre mi ha dato tutto quello che una figlia può desiderare, è stata la mia migliore amica, anche se è sempre stata piuttosto severa e ogni tanto qualche schiaffone volata anche quando ero piccola. Ma era il suo modo di educare, non aveva nulla di patologico. Mia madre aveva grandi sogni, tutti infranti. Io le voglio bene, nonostante tutto, sto male a vederla in quelle condizioni quando è in fase maniacale, e finisco per pensare cose orribili, finisco per pensare che vorrei morisse, finisco per pensare che potrebbe uccidere, uccidersi. Finisco in un vortice di emozioni terrificanti, paure, panico, angoscia. Non c’è modo di fermarla, non c’è cura che tenga, non c’è un ragionamento che vada bene. Non è più lei, anche se lei dice che è questa quella vera. Ma io non voglio crederci. Non voglio rassegnarmi a crederci. Non voglio rassegnarmi al fatto che per tutta la vita sarà così. Anche perché la mia, di vita, si va lentamente spezzando.